Ambiente e natura a Ostia e Ostia Antica

Roma, città di mare. Unica tra le capitali europee ad affacciarsi sulla costa. Bene lo sapevano gli antichi popoli che da qui partirono, attraverso il Mediterraneo, alla conquista del mondo. Superata l’epopea delle armi e della colonizzazione, oggi di questa caratteristica si apprezzano la salubrità dell’aria, la composizione della sabbia composta anche da magnetite, la qualità dell’ambiente, la suggestione della storia, la bellezza dei colori.

Il mare di Ostia a gennaio
Il mare di Ostia a gennaio [Foto: Federica Sequi | Some rights reserved]

E’ infatti, l’alternarsi degli ambienti (la spiaggia, la duna, la macchia mediterranea, il fiume, la zona archeologica) che rende unica la costa romana. Da Ostia a Torvaianica ben settemila ettari di territorio sono ricoperti da macchia mediterranea: le pinete di Castelfusano, Castelporziano, Procoio e delle Acque Rosse con l’ecosistema boschivo-dunale di Capocotta. Purtroppo la pineta di Castelporziano non è aperta totalmente al pubblico perché costituisce una parte significativa dei beni pubblici dello Stato attribuiti alla Presidenza della Repubblica, che comprende anche diversi chilometri della spiaggia di Capocotta, riserva naturale. Questi due gioielli della natura sono visitabili solo per gruppi e scolaresche (per informazioni Servizio Tenute e Giardini del Quirinale, tel. 06.46991).

Il sistema boschivo fa parte della Riserva Statale del Litorale romano, strumento istituzionale di protezione e salvaguardia oltre che caratteristica del territorio che si estende da Maccarese sino a Capocotta. Sulla sponda settentrionale del Tevere si estendono il parco secolare di Fregene con la pineta di Coccia di Morto, le coltivazioni e le vasche artificiali di Maccarese. A Ostia il Parco urbano di Castelfusano, istituito dal 1980, è oggi sede di un’interessante sperimentazione forestale in seguito al furioso incendio doloso che nel luglio del 2000 ha cancellato circa trecento ettari di pineta mentre i restanti 800 ettari sono aperti al pubblico anche se non attrezzati e non sorvegliati.

Pineta di Castelfusano [Foto: Federica Sequi | Some rights reserved]
Pineta di Castelfusano [Foto: Federica Sequi | Some rights reserved]

Da quegli anni le diverse amministrazioni pubbliche stanno pian piano rimettendo a dimora migliaia di alberi ed essenze tipiche favorendo il rimboschimento con l’uso di piante e alberi tipici e caratteristici del luogo. Tra gli alberi presenti, il più comune è il pino domestico introdotto dalla Spagna nel XVIII secolo: “Pinus pinea”. Nella zona limitrofa al mare la vegetazione è dominata dal ginepro coccolone e dal lentisco, mentre negli spazi più interni sono presenti alberi ad alto fusto (sughero, quercia e leccio) e arbusti come lentisco, fillirea, e corbezzolo. Fra le 900 specie vegetali censite e presenti nella pineta si trovano anche il farneto e il cerro. La fauna è altrettanto ricca: frequenti tracce rivelano la presenza di cinghiali (contati in gran numero), di volpi, istrici, donnole, lepri e conigli selvatici. Presenti anche testuggini e tartarughe d’acqua. Moltissimi gli uccelli: rapaci, come civette, gufi, gheppi, nibbi bruni e barbagianni, ma anche aironi cinerini, rondini e picchi. Da notare che a Castelporziano oltre a cervi e daini vivono anche il cinghiale maremmano, il capriolo italico e una specie di falco, il gheppio reale, che nidifica solo in queste zone.


Stefano Lesti Stefano Lesti
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