Le Torri difensive del Litorale romano

Come per molti tratti di costa italiana, le fortificazioni rappresentavano luoghi d’avvistamento e di presidio del territorio contro possibili attacchi militari navali e contro invasioni nemiche. A Ostia così come lungo le rive laziali, sono in più testimonianza del lungo periodo di potere temporale del papato, durato circa dieci secoli, nel quale le torri assunsero anche funzioni doganali. Il sistema si raccordava a nord con le torri di Fiumicino (Torre Campanaria di Sant’Ippolito, Torre Niccolina, Torre Alessandrina e Torre Clementina) mentre a sud con Torre Paterno e Tor Vajanica.

Tor Boacciana

Tor Boacciana
Tor Boacciana
[Foto: Alessandro Colombi | (CC BY-NC-SA 2.0)]
Tor Boacciana assunse funzione doganale a seguito dell’esondazione del Tevere che nel ‘700 deviò il corso più a ovest escludendo il castello fortezza di Giulio II a Ostia Antica dal suo principale ruolo di difesa dalle incursioni via fiume e trasformandolo nel tempo in stalla fino alla nuova destinazione d’uso stabilita nell’Ottocento dallo Stato pontificio e successivamente al 1860 dal Regno d’Italia.

Questa torre che sorge sul fiume vicino al Ponte della Scafa, sobria e severa, sembra che sia stata edificata sulle vestigia dell’antico faro romano del porto imperiale di Claudio. Si presume che sia stata eretta nel XI secolo poiché viene citata nelle cronache ufficiali dello sbarco ad Ostia del Re d’Inghilterra Riccardo Cuor di Leone al ritorno dalle crociate; come precedentemente detto, nel 1562 sotto Papa Pio IV, divenne dogana; alla fine dell’800 venne abitata da Tancredi Chiaraluce, pioniere ostiense, che vi allestì un punto di ristoro per cacciatori e, in mancanza di un ponte, si realizzò il traghettamento del fiume in barca da una sponda all’altra mediante l’uso di corde tirate a mano con i verricelli agganciati a pali ancorati su ambedue le sponde.

Tor San Michele

Tor San Michele
Tor San Michele
[Foto: Alessandro Colombi | (CC BY-NC-SA 2.0)]
Pregevole Tor San Michele, edificata nella zona dell’Idroscalo sulla riva sinistra del Tevere e chiamata anche “bastione di Michelangelo”. Pio V infatti finanziò la sua costruzione in onore di San Michele Arcangelo affidando il progetto a Michelangelo Buonarroti. Alla sua morte, nel 1564, la sua costruzione che perdurò per tre anni venne affidata a Giovanni Lippi. La sua funzione era quella di difendere la costa dagli attacchi via mare e la mantenne fino al 1807.

La torre, perfettamente conservata, è a forma di ottagono, misurando 18 metri per lato e ha un’altezza di 18 metri. Consta di tre piani e di una piazza d’armi ricavata nella terrazza: i primi due, scanditi esternamente da una doppia cordonatura, sono ricavati nell’alta e robusta base, mentre il terzo occupa tutto il tratto superiore sino alla terrazza.

Molto interessante la soluzione difensiva architettonica: Michelangelo creò uno sfogo alle palle incendiarie ed esplosive lanciate dagli assalitori inclinando la terrazza verso un pozzo centrale circolare del diametro di 8 metri. Qui trovavano sfogo gli ordigni che riuscivano a raggiungere la sommità del fortilizio procurando meno danni. Contemporaneamente consentiva di aerare e soleggiare i locali interni, privi di finestre e feritoie sulle facciate. Non è aperta al pubblico e non è visitabile perché ricade nella giurisdizione di competenza della Sovrintendenza ai Beni Architettonici di Roma che al momento in cui scriviamo non ha nessuna intenzione di renderla fruibile.

Autore: Stefano Lesti

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